Dossier

THE POWER OF INDIA
BL 12 / 2013
THE ADRIA RING
BL 11 / 2013
MOTOCICLI VELOCI CLASSIC & RACING BIKE DAL 1935
BL 10 / 2013
BURN TO BE WILD
BL 8 /9
SUPERRALLY 2013
BL 7 /2013
30 ANNI DI ROADRUNNER'S
BL 06 / 2013
ACE CAFE LONDON
BL 5 / 2013
WILD RACER
BL 4 / 2013
INDIA MOTO CHALLENGE - 2A PARTE
BL 02 / 2013
INDIA MOTO CHALLENGE
BL 01 / 2013
pagine:
1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7

8 - 9

THE POWER OF INDIA - BL 12 / 2013

UNA TELEFONATA. UNA DOMANDA SEMPLICE E PRECISA. ANDIAMO? DOVREI PENSARCI BENE, DOPOTUTTO NON È UNA SEMPLICE VACANZA. MA QUANDO TI DICONO: “DA NUOVA DELHI AD AGRA IN SELLA A UNA ROYAL ENFIELD... SOLDI CHE AIUTERANNO UNA SCUOLA...”, A QUEL PUNTO COME POTEVO FERMARMI A RIFLETTERE? CERTO! PARTIAMO!

È una nuova dimensione, ti colpisce con prepotenza. L’arrivo a Nuova Delhi è sconvolgente: la povertà si respira nell’aria, in egual misura alla ricchezza che vedi in fondo agli occhi della gente. La ricchezza dello spirito. Nuova Delhi veste di stracci, vive alla giornata, si affida completamente agli Dei e accetta pacificamente il suo destino: quando riesci a capire questo, ti renderai conto che c’è un ordine anche in questo turbinio di colori, macerie, sporcizia, spezie, bazar, persone e rumore. Finalmente raggiungiamo le nostre Royal Enfield, già proiettati con emozione alla partenza del giorno dopo. Mio padre, i nostri compagni di avventure e sventure ed io siamo rimasti estasiati alla vista delle nostre moto lucidate, tutte in fila, ornate da ghirlande di fiori pronte per la Pooja (la benedizione). L’incenso ha riempito l’aria e la preghiera, anche se incomprensibile, mi fa provare un senso di pace e tranquillità assolutamente speciale e difficile da trovare nella nostra realtà occidentale. Difficile dormire: un po’ per la pioggia scrosciante, un po’ per l’emozione. La mattina troviamo dei ragazzi che si affrettano ad asciugare le nostre moto con degli stracci. La famosa gentilezza e disponibilità degli indiani non è affatto una leggenda: proseguendo nel nostro viaggio, avremo piacevoli sorprese… Quindi, Ganesh sul canotto di sterzo, l’Om sul fanale anteriore e mio padre alla guida: non posso essere più tranquilla di così, ma non ho ancora idea della prova che ci aspetta in autostrada. Rettifico: in un’autostrada allagata dalla pioggia in cui non ci sono regole se non quella di cedere il passaggio al veicolo più veloce e prestare attenzione a persone, animali e carretti che ogni tanto decidono di attraversare! Una specie di tetris acquatico per giocatori esperti! Così, dopo un primo approccio con le strade del Rajasthan, arriviamo alla scuola di Gurgaon, tappa fondamentale del nostro viaggio. Gli sguardi già adulti di quei bambini così piccoli non si possono dimenticare. Vengono dalla baraccopoli: un ammasso di rifiuti e accampamenti, dove si riescono a contare le costole anche ai maiali in cerca di cibo. Abbiamo dato il nostro piccolo contributo direttamente ad Ananta, l’uomo che cerca di dare un’istruzione, e quindi un futuro, a questi bambini. Il nostro dono non può finire in mani più giuste, ne sono certa. Portando nel cuore il ricordo di quei bambini, ci siamo rituffati tra fango, pioggia, sudore e clacson assordanti. Ma proprio quando il tempo ha deciso di essere più clemente, il filtro dell’aria ha deciso di sputare olio! La nostra Royal aveva le fasce del pistone completamente finite ma non è stato di certo questo a fermarci: Jaipur è vicina! La grande “città rosa”. Ma a dire il vero, io ho visto due città molto diverse tra loro, l’una compenetrata dall’altra... Guarda in basso e vedrai la povertà, la sofferenza, la sporcizia, cani mangiati dalla fame, così come le vacche che gli indiani considerano sacre. Guarda in alto e ti sentirai avvolto dai colori caldi delle mura, vedrai lo splendore delle guglie dorate che sovrastano il Palazzo dei Venti e archi ricoperti di motivi floreali. Potrei raccontare delle sue mille finestre, dei vetri colorati, dei complicati dipinti sulle porte… Potrei cercare di descrivere il modo in cui la luce del sole enfatizza i dettagli in oro. Potrei perfino mostrare le foto. Ma non capireste. Trovo quasi frustrante cercare di descrivere... L’India va vissuta. Dal Palazzo dei Venti ho guardato la città dall’alto e per la prima volta non ho avvertito il solito senso di vertigine, sentivo forte dentro di me la voglia di perdermi tra la gente, capirne quelle caratteristiche che noi consideriamo contraddittorie e provare tante cose: tirare ferocemente sul prezzo, assaggiare quanto più possibile della loro cucina speziatissima, considerare normale il passaggio di elefanti e scimmie... Il terzo giorno arriviamo a Pushkar, una delle sette città sacre e ci salta subito all’occhio un fatto che io considero straordinario: Pushkar è ferma agli Anni 70, praticamente il regno degli hippy in fuga dall’Occidente. Senza fare troppe storie, ho deciso di seguire un ragazzo che mi ha portata sulla riva del Lago Sacro per compiere su di me il rito di purificazione. Non comprendo la lingua delle preghiere, ma l’atmosfera era intensa. 


 


 

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