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BL 04 2018
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VIAGGIARE IN MOTO IN SALUTE - 10/2018

Questo è stato un altro anno ricco di feste e raduni, ma pochi sono stati occasione per promuovere la sicurezza stradale.

La sicurezza stradale è un argomento delicato, impegnativo e sgradito.
Sgradito perché ha il potere di strapparci ai nostri sogni su due ruote per ricondurci alla triste realtà delle strade italiane ed è per tale motivo che la maggioranza dei motociclisti non vuole sentirne parlare: perché non accetta che qualcuno gli rovini il gioco più bello ovvero viaggiare in moto.
Nascondere la testa sotto la sabbia per illuderci che viaggiare in moto sia davvero un gioco non ci mette al riparo dai pericoli della strada, anche perché guidare la moto non è uno scherzo: richiede preparazione, buone condizioni psicofisiche e controllo. Pensare che non sia così è da sconsiderati!
Prendere coscienza di ciò che siamo, del veicolo che guidiamo e delle strade su cui viaggiamo per poi elaborare strategie atte a preservare la nostra salute, è un nostro preciso dovere. In questo può aiutarci una buona formazione e una corretta informazione, ma se rifiutiamo di ascoltare, di informarci, di capire, dobbiamo essere disposti a pagarne le conseguenze.
Mi viene in mente un proverbio che la saggezza popolare ha coniato milioni di anni fa e che dice: “Chi prima non pensa in ultimo sospira”. Indica (come molti altri proverbi) la necessità di valutare sempre le conseguenze delle proprie azioni per rimanere in salute il più a lungo possibile. Perché perdere la salute è la cosa peggiore che possa capitare.
La salute ci permette di condurre una vita produttiva sul piano individuale, sociale ed economico, raggiungere gli obiettivi prefissati e dare il meglio alle persone che si amano. È un bene prezioso che va tutelato, ma è altrettanto effimero e si può perdere in un battibaleno. Basta poco: pensiamo a quanto un banale raffreddore può stravolgerci le giornate, e un raffreddore dura soltanto una settimana…
Finché nella nostra testa non mette radici il concetto che la prevenzione e la tutela della salute sono i cardini sui quali dobbiamo basare le nostre scelte quotidiane, siamo a rischio di perderla. E una volta persa è difficile recuperarla.
L’esperienza di perdere la salute, ad esempio in un incidente stradale, dura tutta la vita per via del ricordo che lascia nel corpo e nella mente.
Tutelare la salute sulle strade è un compito che ciascuno di noi dovrebbe fare proprio. Lo è per ogni individuo nella propria realtà quotidiana, e per le istituzioni che sono responsabili delle scelte che ricadono poi sulla collettività. Anche gli organizzatori dei raduni motociclistici, soprattutto di quelli che richiamano miriadi di persone da ogni dove, hanno la loro parte di responsabilità, e la disattendono se non si fanno promotori di sicurezza all’interno dei propri raduni.
Ricordo quando diversi anni fa, in un grande raduno, un motociclista ubriaco si mise alla guida della propria moto e inforcò in senso contrario la strada che in quel momento molti altri motociclisti stavano percorrendo per raggiungere la località dove appunto si svolgeva il raduno. Fece una strage.
I soccorsi arrivarono tempestivamente e arrivò anche un elicottero per trasportare i feriti gravi al vicino ospedale, tuttavia non riuscì ad atterrare perché l’incidente era avvenuto su un tratto di strada che si snodava all’interno di un bosco dove non c’era spazio sufficiente. I feriti gravi morirono mentre chi aveva provocato la strage riportò solo qualche escoriazione.
Fu logico pensare che se il personale addetto alla sicurezza del raduno, che aveva visto l’ubriaco dirigersi verso la propria moto, fosse intervenuto togliendo la chiave dell’avviamento del motore (e impedendogli quindi di utilizzare il veicolo), oggi probabilmente quei motociclisti sarebbero vivi.
Prestare attenzione a ciò che avviene intorno a noi e agire di conseguenza per limitare i danni (quando è possibile) è un dovere che ogni persona dovrebbe perseguire, ma non è abbastanza per prevenire.
Fare prevenzione significa informare e sensibilizzare, rendere le persone consapevoli che la salute è una sola e va tutelata.
Mi appello quindi agli organizzatori di motoraduni: divulgate tra il vostro pubblico il rispetto della salute e la cultura della sicurezza stradale. Scegliete voi il momento, il modo e le parole più adatte, ma fatelo. Lo so, è impegnativo: nessuno può saperlo meglio di chi ha fatto della sicurezza stradale la propria missione.
Tanti motociclisti vi saranno debitori.
E voi motociclisti, non girate le spalle a chi vi parla di sicurezza stradale: se ve ne parla, è perché gli state a cuore.

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