Tutti sanno che il tempo è galantuomo ma è magra la soddisfazione se la giustizia è tardiva e fuori tempo massimo, l’”italianetto medio” ha la memoria corta ed è incapace di collegare gli eventi. Aver scritto le proprie considerazioni con anni di anticipo, in alcuni casi pagando scotto per vari lustri, essendo scambiata per ingerenza l’onestà intellettuale con cui si erano dati pareri e consigli, non conforta.
In Italia funziona tutto a rovescio, altrove si verrebbe elogiati e rispettati per aver anticipato e previsto il futuro. Medaglie al valore oggi, ma questo ha penalizzato l’incisività di chi avrebbe dovuto fare scelte di mercato diverse. Oggi arriva appoggio con analisi critiche verso certe dirigenze in ambito motociclistico anche da riviste del calibro e autorevolezza di Motociclismo e questo fa piacere, perché farà da cassa di risonanza nei salotti buoni ma chissà chi ne trarrà giovamento. Pretendere che le osservazioni di motociclisti attivi e operanti da 40anni in ambito custom e biker, siano ascoltate, è ancora adesso pura utopia. In Italia o parli sportivo con le grandi aziende o non ti ascoltano. Anche oggi che i numeri parlano lingue diverse rispetto al passato, le lobbies fingendo d’interessarsi al Custom lo sfruttano o tentano di ridimensionarlo, ridicolizzarlo, puntando sul sostegno di ingannatori accondiscendenti o beoti incapaci. E hanno pure un seguito di supporter che si vantano di essere stati scelti, in quanto facilmente gestibili o neutri, evidentemente.
Tutto questo pare confermato a EICMA 2013.
Il Salone di Milano quest’anno è stato molto criticato e non gli dedicheremo spazio che per qualche presentazione, nonostante l’amore che ci ha legato per due decenni a un grande evento che sta implodendo, come hanno evidenziato ampiamente operatori, media e pubblico. Una manifestazione che ci aveva visti partecipi, prima del 1991 in motocicletta per la prestigiosa Rosa d’Inverno e poi ininterrottamente come unici rappresentanti del settore Custom fino al 2010, l’anno di massimo successo dell’evento e del nostro settore con l’innovativo “Custom City” al pad. 2, un’area di cui ancora oggi si parla per come si era presentata. Le immagini erano apparse su tutti i media mondiali, il progetto era costato anni di preparazione, su Google si trova ancora molto. Ma è stato anche l’anno in cui abbiamo deciso di non presenziarvi più non condividendo l’operato della nuova gestione. A tre anni di distanza i risultati sono evidenti e condivisi da operatori e pubblico e non sarebbe giusto incolpare la recessione o la concomitanza con INTERMOT Colonia, ma piuttosto le miopi politiche messe in atto nelle ultime edizioni. Il “ciclo” di cui il nome stesso faceva vanto, non c’è più, se n’è impossessata la fiera di Padova con ExpoBici (un vero successo per altro) e in tre anni sembra implosa anche l’innovativa collaborazione con l’analogo salone di Pechino in Cina, in un mercato enorme che gli industriali italani non dovrebbero ignorare.
Stando ai sondaggi le scelte sbagliate sono molte, ecco le principali: le tre aree di punta degli ultimi anni, tutte anticipate dalla precedente direzione e tanto decantate del Salone, erano inconsistenti o addirittura chiuse! Infatti, il precedente direttivo, con a capo Costantino Ruggiero ancora una volta ci aveva visto lungo, anticipando tutte le aree speciali attuali: Green Planet, Mototurismo, Sicurezza e Custom City che dopo anni dalla loro creazione avrebbero dovuto crescere per spazio e prestigio. Nel 2013, nel momento di massima espansione di tutti i rispettivi segmenti, queste aree sono ai minimi storici, se non addirittura chiuse come quella dedicata al mototurismo, confermando le anticipazioni fatte dal vecchio direttivo che consigliava di seguire le proprie linee guida. Nel momento in cui la quasi totalità delle Case lancia modelli dedicati al Granturismo e al Custom, il Salone sembra non essere in grado di cogliere i segnali lanciati dal mercato e regala questi segmenti a chi, più attento, saprà trarne beneficio: scelte talmente miopi da sembrare studiate a tavolino per agevolare la concorrenza.
Clamoroso autogoal da parte di un ente no-profit precludere la presenza alle principali competitor, le prestigiose fiere di Colonia, Roma e Verona, scelta che porterà dissapori, conseguenze e critiche anche dalla stampa internazionale. Continuare su questa strada significa consegnare a breve nelle mani di INTERMOT il primato internazionale, ma anche questo era stato anticipato e previsto dal direttivo uscente alla presentazione ufficiale di EICMA 2010.