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BL 7 / 2013

Nella vita c’è chi guarda, passivamente e inutilmente e chi diversamente “vede” quindi interviene e agisce. Il bombardamento mediatico in tutte le sue attuali molteplici forme, solo apparentemente allarga gli orizzonti, non di rado frastaglia ulteriormente le forze che intendono opporsi al malaffare. In passato ci sono state figure di altissimo profilo il cui lavoro ha dato frutti e spunti ancora per decenni dopo il loro tramonto. Fra noi appassionati petrolhead non può passare inosservato il caso Mattei di cui si è visto recentemente il film. Un dirigente statale, fondatore dell’ENI che per il bene del proprio Paese (è il caso di sottolinearlo) non ha esitato ad andare contro il sistema e le assurde leggi esistenti, inventando un modo di lavorare che fu addirittura definito “metodo Mattei” infrangendo (a fin di bene però), come si vantava di aver fatto in Lombardia, addirittura 8000 ordinanze pur di riuscire nel suo visionario intento finalizzato a dare “al Suo Paese” ciò di cui aveva bisogno: petrolio, quindi energia, a basso costo! Senza sottostare al giogo delle Sette Sorelle. «Se in questo Paese sappiamo fare automobili e moto, dobbiamo saper fare anche la benzina» e con questo motto e con grande perspicacia non ha esitato a sfidare nazioni e multinazionali riuscendo nel proprio intento e diventando l’uomo che ha cercato, trovato e portato l’Energia in Italia e senza la quale non avremmo vissuto il miracolo economico dei decenni successivi. Nel ‘62 lo assassinarono abbattendo il suo aereo: aveva più nemici internamente allo Stato che fra i petrolieri e le multinazionali estere con i loro giganteschi interessi. Esiste una grande bibliografia che narra il suo genio imprenditoriale speso al servizio del Suo Paese. Dove troviamo figure come la sua oggi? Dieci anni dopo (1973) la crisi si fece nuovamente pesante, il petrolio da 3 dollari al barile era salito a 12 e ci fu quel periodo chiamato Austerity. Allora avevo quindici anni ma ricordo che furono prese decisioni drastiche e pesanti, anche perché le riserve energetiche che ci rimanevano, visto che i paesi Arabi dell’OPEC ci avevano chiuso i rubinetti, bastavano per soli 40 giorni! Targhe alterne per la circolazione settimanale e vietata per i mezzi a motore nei WE, luci pubbliche abbassate o spente, limite massimo consentito per il riscaldamento a 20°... finiti i surrogati della felicità a cui ci stavamo abituando insomma, venivamo messi davanti alla nuda realtà. Vedo oggi molte analogie legate a quel periodo storico ma quello che non vedo è la serietà dello Stato e uomini adatti ad affrontare la crisi che sembra persino peggiore. Ci hanno fatto vivere con un tenore di vita molto superiore alle reali possibilità che poteva permettersi la nostra “italietta” ma di questo spettava allo Stato decidere e provvedere. Lo Stato è una grande famiglia e il capofamiglia deve decidere e provvedere in merito. Non ci sono soldi = non si comprano cose futili, si fa economia fino a quando serve. Non ci si indebita per comprare cazzate! Da decenni ci bombardano mediaticamente inculcandoci di comprare ora e pagare poi... Ma siamo scemi? C’è gente (psicolabile evidentemente) che fa le vacanze e poi le paga... a rate. Siamo alla follia! Lo Stato, massima espressione della giustizia e dell’etica (così dovrebbe essere se vuole essere credibile e rispettato) è diventato biscazziere liberalizzando il gioco d’azzardo, mandando in miseria poveri nevrotici che ne diventano schiavi e subendo per contro ulteriori costi sociali enormi e infine dando la possibilità a mafiosi, imprenditori e politici corrotti di riciclare enormi quantità di denaro sporco.


 


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